WHIPLASH
Terence Fletcher (J. K. Simmons): «Non esistono in qualsiasi lingua del mondo due parole più pericolose di “bel lavoro”!»
Citazione tratta da Whiplash, film del 2014 diretto da Damien Chazelle.
Quanto fa piacere sentirsi dire «bel lavoro»? Domanda retorica naturalmente, perché fa molto piacere. E spesso fa bene, ma talvolta rischiano di essere due parole particolarmente pericolose, come sostiene Terence Fletcher in Whiplash. Vi sono infatti dei rischi nel prendere tale complimento con spavalderia, in primis quello di adagiarsi e di abbassare la guardia. Ed è quello che non deve succedere tra Democratici e Repubblicani negli Stati Uniti, che di recente hanno trovato un accordo preliminare sul piano per rilanciare l’economia – concentrato soprattutto sulle infrastrutture – da 1.200 miliardi di dollari. L’intesa rappresenta infatti un “bel lavoro” delle rispettive delegazioni, ma adesso bisogna portarla fino in fondo ed evitare che possa saltare durante l’iter di approvazione.
«Abbiamo l’accordo», ha dichiarato con entusiasmo il presidente americano, Joe Biden. Ma anche lui sa bene che c’è ancora tanto da fare affinché il piano diventi realtà e che il via libera del Congresso non è scontato. «Non mi fermerò fino a quando il provvedimento non sarà sul mio tavolo», ha infatti precisato l’inquilino della Casa Biana.
I fondi previsti saranno destinati in particolare alle strade, ai ponti e ad altri progetti infrastrutturali. Ma sono rimasti fuori alcuni capitoli, come il potenziamento dell’assistenza a domicilio (che Biden avrebbe voluto inserire). E l’ala progressista del Partito Democratico è sul piede di guerra: alcuni esponenti, tra cui il senatore Bernie Sanders, hanno minacciato di ribellarsi se il compromesso non includerà anche le loro priorità chiave. Sono arrivate critiche anche dalla deputata democratica Alexandria Ocasio-Cortez, la quale si è lamentata per la mancanza di diversità tra i negoziatori (tutti bianchi), un segno che, a suo dire, sfocerà in una disparità sulla destinazione dei fondi, che andrebbero a favorire alcune comunità a discapito di altre. Per Sanders e Ocasio-Cortez, insomma, l’intesa raggiunta non è poi così un “bel lavoro”, a differenza di Wall Street che ha invece brindato all’annuncio del compromesso.
Biden ha tuttavia cercato di compattare il partito, sottolineando che non intende firmare il testo sulle infrastrutture a meno che non venga approvata l’altra legge di spesa con le priorità della sua amministrazione, come i fondi per l’asilo, per i disabili e per l’energia pulita. «Combatterò come un diavolo» per ottenere questi risultati, ha detto senza mezzi termini. E anche Nancy Pelosi, la Speaker della Camera, ha dichiarato di essere contraria all’approvazione della legge bipartisan sulle infrastrutture, a meno che il Senato non approvi anche un pacchetto sul bilancio con le ulteriori richieste del Partito Democratico.
Dall’altro lato, alcuni Repubblicani sono scettici su come il piano possa essere finanziato con 1.200 miliardi. Biden ha però ribadito che non vi saranno aumenti delle tasse per chi guadagna meno di 400.000 dollari all’anno. Si pensi inoltre che, inizialmente, il presidente aveva proposto un piano da 2.300 miliardi, ma per mediare con la controparte il pacchetto è sceso alla cifra attualmente prevista; Biden ha comunque sottolineato che si tratta di una pietra miliare, perché «è il più grande investimento in infrastrutture della storia americana».
Rimanendo negli States e facendo un focus sul settore bancario, gli istituti sembrano aver fatto un “bel lavoro”. Almeno secondo quanto risulta dagli stress test effettuati dalla Federal Reserve: le banche potrebbero assorbire complessivamente 470 miliardi di dollari di perdite, in uno scenario di recessione globale e con una disoccupazione americana al 10,75%. Infatti, anche qualora si verificassero tali condizioni, i ratio di capitale risulterebbero più del doppio dei requisiti minimi. Di conseguenza, la banca centrale americana alzerà i limiti sui riacquisti di azioni e sui dividendi che aveva messo in atto all’inizio della pandemia di coronavirus.
Come spiegato da Randal K. Quarles, vicepresidente Fed per la supervisione bancaria, «nell’ultimo anno la Federal Reserve ha eseguito tre stress test con diverse ipotetiche recessioni, e tutte hanno confermato che il sistema bancario è fortemente posizionato per supportare la ripresa in corso».