Skip to main content

LE SPIE DELLA PORTA ACCANTO

Tim Jones (Jon Hamm): «Sai cos’è la fiducia? Se la perdi succedono cose terribili.»

Citazione tratta da Le spie della porta accanto (Keeping Up with the Joneses), film del 2016 diretto da Greg Mottola

Il mondo economico finanziario non è una spy comedy, ma il ragionamento di Tim Jones resta comunque valido. Se si perde la fiducia possono accadere «cose terribili». Per questo è importante tenere sotto controllo gli indici come l’Ifo tedesco, che rappresenta un punto di riferimento per tutta Europa. E purtroppo le ultime notizie evidenziano delle criticità, perché continua a deteriorarsi la fiducia delle imprese di Germania in un contesto di inflazione, colli di bottiglia nella produzione e impennata dei contagi. L’indice Ifo è infatti calato per il quinto mese consecutivo: la lettura di novembre si è attestata a 96,5 punti, al di sotto del consenso degli analisti a 96,6. L’indicatore era pari a 97,7 punti a ottobre ed è così tornato sui livelli di aprile (96,4).  E sono diminuiti anche gli altri indici. La metrica sulle condizioni attuali si è portata a 99 punti dai 100,2 di ottobre, mentre quella sulle aspettative a 94,2 dai 95,4 registrati il mese scorso. Il sentiment è peggiorato in tutti i settori: manifattura, servizi, commercio e costruzioni.

Visto il trend e con il rischio di nuove restrizioni, la situazione è da monitorare attentamente ma si spera che non succedano cose terribili. «Le aziende sono meno soddisfatte della loro attuale situazione aziendale e le aspettative sono diventate più pessimistiche - ha dichiarato Clemens Fuest, presidente dell’istituto Ifo - I colli di bottiglia dell’offerta e la quarta ondata del coronavirus stanno mettendo a dura prova le imprese tedesche».

Inoltre, secondo i dati diffusi dal gruppo di ricerche di mercato GfK, è in calo anche il sentiment dei consumatori. I dati indicano una riduzione della fiducia tra le famiglie, con una previsione a -1,6 punti a dicembre da 1 punto a novembre. Gli economisti avevano invece previsto un calo meno consistente a 0,5 punti. Parliamo della lettura più bassa da giugno. «Il sentiment dei consumatori è attualmente schiacciato da due lati», ha commentato Rolf Buerkl, analista presso GfK. Pesano sia i contagi in aumento, dinamica che minaccia di sopraffare il sistema sanitario e potrebbe portare a ulteriori chiusure, e poi si registra una restrizione del potere d'acquisto a causa di un alto tasso di inflazione, oltre il 4%.

Tuttavia, un po’ di fiducia è arrivata dal fatto che è stato concluso l’accordo di coalizione per il prossimo governo della Germania, un primo passo positivo per l’economia tedesca e i mercati dei capitali. Inoltre, il Partito Liberale Democratico si appresta con molta probabilità a rilevare il ministero delle Finanze, ed è un altro motivo di fiducia poiché è percepito come il partito di coalizione con la politica finanziaria più solida.

Passando agli Stati Uniti, chi ha ricevuto una conferma della fiducia è il numero uno della Federal Reserve. Recentemente, infatti, il presidente americano Joe Biden ha deciso di mantenere Jerome Powell alla guida dell’istituto per un secondo mandato. Alla vicepresidenza è stata nominata Lael Brainard, che finora aveva ricoperto il ruolo di governatrice della Banca centrale. Biden ha detto di avere fiducia nel fatto che la Fed riuscirà a «tenere l’inflazione bassa e i prezzi stabili». Ed è sicuro che Powell e Brainard si impegneranno per sostenere la piena occupazione e «renderanno la nostra economia più forte che mai». Il segretario al Tesoro, Janet Yellen, è entusiasta della scelta, che ritiene in linea con una Banca centrale forte e indipendente.

La conferma di Powell, di orientamento Repubblicano moderato, non era scontata, e alcune correnti del Partito Democratico speravano in una scelta diversa di Biden. Anche perché il primo mandato del presidente della Fed era avvenuto a opera di Donald Trump. Ma la fiducia dell’inquilino della Casa Bianca in Powell ha rimescolato le carte. Cosa bisogna aspettarsi per il futuro? La Fed potrebbe accelerare il processo di riduzione degli acquisti di asset o alzare i tassi prima del previsto se l’inflazione non comincerà a contenersi.  È quanto emerge dai verbali della riunione di inizio novembre della Banca centrale, pubblicati di recente. La Fed ha inoltre detto di prevedere una crescita robusta dell’economia nel prossimo anno, ma la traiettoria – sottolineano i funzionari nei verbali – dipenderà anche dal virus.

This site uses cookies to improve navigation: if you continue without changing your browser settings, you will accept to receive cookies from the site and from third parties. Cookie Policy